
È tutta colpa della Luna/ Antonio Pignatelli

“Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni”. Le celebri parole di Vincent Van Gogh si prestano perfettamente, come afferma nella sua recensione Vittorio Scheroni, a fornire una interpretazione della mostra “È tutta colpa della luna” di Antonio Pignatelli, che ha la curatela del critico d’arte Toti Carpentieri. Venti opere di arte contemporanea, in esposizione al Must fino al 9 ottobre, nelle quali l’artista pugliese porta su tela luoghi evocativi e personaggi legati alle fasi lunari, al mare, alla natura, alle donne, al sole, ai paesaggi.
Un teatro della vita con tutti i suoi sentimenti, l’inquietudine, l’incanto, la felicità, il desiderio, le relazioni umane come quella tra madre e figlio. Paesaggi cosmici che sono anche paesaggi dell’anima dove Antonio Pignatelli, della stessa generazione artistica dei Pignatelli leccesi, fratello di Ercole e zio di Luca, Francesco e Daniele, mostra una spiccata identità e, tra un tramonto e un miraggio, racconta la sua giovinezza e la sua maturità. Dittici e trittici si alternano modulati da contrasti cromatici in cui campeggia la foglia oro, quasi a evocare quella simbologia che dai mosaici bizantini a Klimt ha definito una irraggiungibile distanza dalla dimensione più umana.
La mostra è visitabile tutti i giorni tranne il lunedì dalle 9 alle 20.